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NON C’E’ UNO SENZA TRE

GOTTARDOLa Boschi e la Serracchiani sono affrante. Il capo ha detto, in conferenza stampa (non a reti unificate perché non c’è stato il tempo di diramare l’ordine), che l’Italia è l’unico paese al mondo a ultimare in contemporanea tre tunnel: “tre opere strepitose per il collegamento con l’Europa: il Gottardo che si inaugura il primo giugno con la Svizzera, il Brennero che abbiamo sbloccato noi e ci collega all’Austria, la Torino Lione con la Francia”. Deborah ci va giù piatta: perdinci, Mariaele, questa volta l’ha fatta grossa, ne ha sbagliata una su tre. La Boschi si scosta un ciuffo e fa tintinnare gli orecchini: Che ti devo dire? Lo so. Figura di palta mondiale. Gli svizzeri ci stanno facendo a pezzi con ‘sta storia del Gottardo fatto dagli italiani. Una su tre ne ha sbagliata, ma non poteva restare sul suo? Non gli bastavano due grandi opere? Deborah annuisce: Sai com’è, Cheope e compagnia han fatto le tre piramidi e lui non voleva essere da meno. Lo conosci. Ma una toppata su tre è da minchioni, bisogna ammetterlo. La Boschi ha un moto impercettibile di stizza: Una su tre, capisci. Una su tre! Ha detto che abbiamo realizzato tre grandi opere e una invece era degli svizzeri, che poi manco sono nell’Unione Europea e questo ci penalizza a livello d’immagine. La Serracchiani strabuzza gli occhioni: Proprio vero, una su tre è inaccettabile, guarda i social, ormai è una presa per il cesto universale. D’altra parte, lo deve aver tradito la foga. La Boschi conferma: Anche quel nome, ammettilo, sarà mica un nome svizzero, Gottardo. Magari ci cascavamo anch’io e Del Rio. La Deborah ridacchia: Guerini ne sbagliava tre su tre, lasciatelo dire. Maria Elena rispolvera il decisionismo da vice leader: Basta chiacchiere Deborah, una su tre è inammissibile, bisogna fare qualcosa, lo chiamo per suggerirgli l’autocritica? La Deborah si inalbera: Miiii, ma vuoi scherzare? Quella è roda da museo, da anni settanta, da collettivi autogestiti, lo sai che lui non tollera quei rottami democratici del secolo scorso, però c’hai ragione pure te: uno su tre non si può vedere. La Boschi digita frenetica sui tasti dello smartphone: Basta, quando ci vuole, ci vuole. Lasciami fare. Pronto? Matteo? Come? Come sei andato? Di merda sei andato, ne hai cannata una su tre. Ma che c’entra, che vuol dire che gli italiani manco si sono accorti che governi senza essere stato eletto? Che significa: figurati se notano una sbavatura lessicale? Che ragionamenti sono? Noi non dobbiamo preoccuparci di quello che gli italiani sanno, ma di come ci vedono, ce l’hai insegnato tu. Fidati, Matteo, un errore su tre è imperdonabile, è una media del 33 per cento. Peggio dei dati elettorali di Bersani. Devi fare qualcosa, ah sì, ci hai già pensato? Che bravo, dimmi, dimmi. La Serracchiani guarda la Boschi fiduciosa, la vede attenta e concentrata sulle parole che il boss pronuncia dall’altro capo dell’etere. La scorge passare da una pudica espressione di speranza a una livida di delusione. Quando la Mariaele mette già, la Deborah la incalza: E allora com’è andata, quale magia si inventa stavolta? Dimmi, dimmi, perché fai quella faccia? Ha colto o no che ne ha sbagliata una su tre? La Boschi si liscia un boccolo e si fa scappare un moccolo: Dice che ha capito di averne lisciata una su tre, che è stato un lapsus e che adesso va subito in Mediaset, a reti unificate, a dichiarare che quando ha magnificato le tre grandi opere nazionali non si trattava di tre tunnel, ma di due tunnel e un muro, quello del Brennero.

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