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Aghost news

Siamo italiani e quindi siamo creativi. Dire italiano e dire creativo è quasi la stessa cosa. Abbiamo inventato la repubblica, i comuni, le signorie, il rinascimento, il risorgimento e pure il telefono e la pizza. Era scritto nel destino che dovessimo inventare anche l’evoluzione della fake news. Segnatevela perché ha un nome preciso: si chiama ghost news. Non già una notizia falsa, quanto piuttosto una notizia vera, ma non data cioè una notizia fantasma. Succede quando arriva una notizia vera e tu – direttore, caporedattore, opinionista di punta – non la dai, nel senso che la giudichi irrilevante o inoffensiva e quindi reputi giusto e assennato privare i tuoi utenti della inutile pena di una superflua lettura. E ciò a dispetto del fatto che il mondo intero discuta animatamente proprio di quella imbarazzante novità. Ma per te – direttore, caporedattore, opinionista di punta – essa (giacchè imbarazzante) non esiste, non c’è. Sei italiano, e quindi sei creativo. Di più: sei una cellula del sistema massmediatico italiano e quindi sei doppiamente creativo. Così, di punto in bianco, tu brevetti la ghost news.

Possiamo individuare quel momento storico nei giorni immediatamente successivi allo scoop di un giornale che, con i tic e i pregiudizi della stampa tricolore, ha ben poco a che spartire vale a dire ‘La Verità’. Il quotidiano diretto da Belpietro pubblica, in data 27 agosto 2018, un memoriale a firma di un altissimo prelato della Chiesa, Carlo Maria Viganò, il quale accusa il sommo pontefice di aver saputo già dal 2013 che un alto porporato americano, Theodore Edgar McCarrick, era infoiato fino al collo con la bruttissima piaga della pedofilia. Nonostante questo, il più celebrato papa di tutti i tempi, nell’ordine: 1) fa capire a Viganò di saperlo da mo’; 2) rinnova gli incarichi al McCarrick (che erano stati doverosamente sospesi da Ratzinger); 3) si astiene dall’immischiarsi della faccenduola fino all’anno di grazia in cui viviamo. Ora, un contegno del genere grida vendetta davanti agli occhi dei bambini profanati, prima ancora che davanti a quelli di Dio; se è vero. Se è falso, no; ma se è vero, sì. È vero o è falso? Da appurare, ma certamente è vero che Viganò ha mosso quelle accuse circostanziate. Questa non è una notizia, è una notizia bomba. Soprattutto se chiama in causa un pontefice che, sul tema, sta meritoriamente dando battaglia. Ma il genio italico è in agguato e la notizia, il giorno dopo, non la cavalca nessuno, tranne ovviamente il giornale che l’ha sparata per primo in prima.

Morale: non è che i media italiani siano cattivi, è che sono più realisti del re, anzi più papisti del papa. Bergoglio, nel frattempo, forse per dimostrarsi all’altezza dell’ingegno italico, brevetta anche la non risposta alla non domanda. Infatti,  tornando dall’Irlanda in aereo, non interrogato non replica. Anzi dice: “Io non dirò una parola su questo”. Panico in redazione! È meglio dire che il Santo Padre non ha nulla da dire? O piuttosto, nel dubbio, nulla  dire onde evitare che il Santo Padre abbia qualcosa da ridire? L’una vale l’altra, purchè all’insegna dell’antico, e aggiornato, adagio: agosto, notizia mia non ti conosco.

Francesco Carraro

www.francescocarraro.com

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