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La Repubblica del deficit

Nella classe Quinta C della scuola Mariuccia di Roccacannuccia sono tutti in fibrillazione. La maestra Mariella, che nel cuore ha Mattarella, ha avuto una grandissima idea. Per far capire ai bambini come funziona uno Stato si è rifatta alle parole presidenziali: “Occorre assicurare l’equilibrio di bilancio e la sostenibilità del debito pubblico per tutelare i risparmi dei nostri concittadini”. Poi, l’industriosa docente ha inventato un gioco: ha fondato la Repubblica Mariuccia di Roccacannuccia, ha nominato Premier Gigetto, l’alunno perfetto, e Governatore della Banca Centrale Pierino, l’allievo birichino. A questo punto, Pierino con l’aiuto di altri amichetti ha ritagliato cento banconote (eurocannucci, li ha chiamati) da un rotolo di carta da pacchi e la maestra le ha distribuite tra i compagni, cinque a ciascuno, spiegando loro che quella cosa lì si chiama spesa pubblica. Quindi, Mariella ha diviso la nera lavagna in due parti con una riga di gesso bianco e ci ha incollato proprio in mezzo la foto di un ridente Mattarella tra due fumetti, uno per lato. Da un canto ha siglato: “La Repubblica di Roccacannuccia tutela il risparmio”. Dall’altro ha vergato: “La Repubblica di Roccacannuccia si fonda sul pareggio di bilancio”.

Poi è cominciato il divertimento. Giulio  compra una disegno  fatto da Matteo, Giada una bambolina cucita da Elisa, Francesco un robottino fabbricato da Luca. Vendi e compra, compra e vendi, dai con una mano e ricevi con l’altra, si ritrovano tutti con un oggetto nuovo e cinque i biglietti in tasca. “Vedete, bambini? Grazie al denaro e alla spesa pubblica abbiamo messo in moto la vostra laboriosità, cioè l’economia, la crescita insomma!”. Il giorno dopo, la maestra Mariella  rammenta ai bimbetti il monito di Mattarella sul pareggio di bilancio e l’obbligo di restituire allo Stato, sotto forma di tasse, ciò che lo Stato ha loro elargito grazie alla spesa pubblica. Allora, ogni studente, fiscalmente giudizioso,   consegna i suoi cinque eurocannucci all’autorità costituita (il Presidente Gigetto). Quest’ultimo si  sfrega le mani soddisfatto,  rimette in circolo i cento eurocannucci e, dopo un altro po’ di scambi e di tasse, se li riscopre daccapo in cassa, tondi tondi. Tempo una settimana,  lo scoramento  si impadronisce della classe. “Non riusciamo a risparmiare niente, Gigetto si riprende sempre tutto quello che ci dà!” si  lamentano i mini cittadini.

Alla maestra Mariella per poco non viene un coccolone: possibile che la formula Mattarella non funzioni? Mentre si arrovella, si fa avanti Pierino, il Governatore della Banca Centrale e butta sul banco di Gigetto cento eurocannucci nuovi di zecca. “Dove li hai presi?” gli chiede Gigetto, stupefatto. “Li ho ritagliati dalla carta da pacchi” sorride sornione Pierino, “se vuoi te li presto, però tu la prossima volta non pretendere che te li rendano tutti in tasse, lasciagliene un po’ in tasca come risparmio così è contenta la maestra Mariella,  è contento pure Mattarella e noi continuiamo a giocare”. “Ma così faccio deficit, cavolo!,” replica Gigetto, “poi come te li restituisco e soprattutto dove li recupero gli interessi?”. Pierino lo rassicura: “Non preoccuparti, te ne presto degli altri”. Morale: i bambini di Roccacannuccia stanno ancora giocando. Hanno solo modificato come segue il secondo fumetto presidenziale della lavagna: “La Repubblica di Roccacannuccia si fonda sul deficit”. Pierino, in piccolo, ha aggiunto: “E sulla carta da pacchi”.

Francesco Carraro

www.francescocarraro.com

 

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