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Nove domande e una risposta

Facciamo il gioco della verità, dai. Via alle domande. La prima domanda riguarda il deficit: perché tutti sono ossessionati da questa parola e dal fatto che l’Italia possa fare deficit, quando è noto anche agli economisti della domenica che il deficit non è uno ‘spreco’, ma uno ‘strumento’, e cioè nient’altro che la forma, il canale, il mezzo attraverso il quale (ogni anno) uno Stato può immettere nuova liquidità in circolo per alimentare la famosa crescita? La seconda domanda riguarda il babau dell’inflazione (di solito –  quando poni la seconda domanda –  salta fuori l’economista della domenica e, puntandoti contro l’indice inquisitore, ti ammonisce: eh, ma così provochi l’inflazione!). E questo ci induce alla terza domanda: perché nessuno ricorda che l’inflazione non si scatena per effetto di un mero aumento di offerta di moneta, ma perché l’aumento avviene in un contesto di penuria di beni e di bassa produttività (il contrario esatto dello scenario attuale)?

La quarta domanda concerne sempre l’inflazione: perché nessuno ricorda che un po’ di sana inflazione non è la più iniqua delle tasse, ma la più equa delle livelle? Essa erode il granaio dei creditori (quindi, soprattutto dei grandi investitori internazionali) e alleggerisce il giogo dei debitori (quindi, soprattutto delle masse popolari e dei loro mutui). La quinta domanda riguarda la vocazione della Banca Centrale Europea: perché alla BCE è stato imposto, come primo comandamento, non già la piena occupazione e il benessere dei cittadini, ma la stabilità dei prezzi, cioè il contenimento dell’inflazione sotto il 2 per cento, vale a dire – giusta quanto sopra esposto –  il benessere dei grandi banchieri e degli speculatori finanziari? La sesta domanda pertiene alla disoccupazione: perché nessuno ricorda che all’aumento dell’inflazione, la disoccupazione tende a diminuire? Gli esperti la chiamano ‘curva di Phillips’.

La settima domanda afferisce alla questione dell’immissione di denaro nel sistema: perché questa imprescindibile facoltà sovrana è stata tolta agli stati e attribuita, in via esclusiva, a un ente terzo e non eletto al quale si è ordinato di non dare mai –  dico mai! –  liquidità a buon mercato agli stati, ma solo alle banche che poi lo prestano agli stati a un prezzo rincarato del 300 o 400 per cento? L’ottava domanda è: perché uno stato deve indebitarsi per immettere liquidità nel sistema visto che, dietro la moneta, non c’è alcun valore reale salvo la deliberata intenzione del suo ‘generatore in esclusiva’ di crearla? La nona domanda è la più semplice:  perché i media mainstream non pongono, e non si pongono, queste domande? Questa la so: perché sono composti da una stragrande maggioranza di divulgatori dell’informazione e da una ristretta minoranza di detentori dell’informazione. I primi parlano e scrivono, i secondi pagano i primi. I primi non fanno le domande giuste perché ignorano le risposte. I secondi non fanno le domande giuste perché le risposte le conoscono benissimo.

Francesco Carraro

www.francescocarraro.com

 

 

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