Blog

RADICALI LIBERI

BONINOEmma Bonino è stata premiata con il Fred Cuny Award for the Prevention of Deadly Conflit, dell’International Crisis Group. Il prestigioso riconoscimento le è stato consegnato da George Soros e dev’essere davvero prestigioso visto che, nelle foto, la Bonino lo impugna e solleva con orgoglio smisurato e un sorriso da Champions League. Che vuoi farci, della Bonino non si può parlare che bene, in Italia e all’estero. È uno di quei fortunati e rari esempi di politico refrattario per natura, e per merito, alle critiche e schierato, meticolosamente, dalla parte giusta della Storia. Non serve ricordare l’impegno profuso dalla stessa in mille battaglie, condivisibili o meno, ma sempre animate dall’afflato di un ideale. Non guastate, insomma, dalla miserabile brama di denaro e di potere che insuffla ogni azione del politico medio. Tuttavia, c’è qualcosa di stonato nel premio in questione e, soprattutto, in chi l’ha conferito. Per dire, Emma avrebbe potuto, con la stessa dignità con cui esporta nel mondo la sua passione per i diritti umani, rispedirlo al mittente. Nel rigetto dell’onorificenza c’è, spesso, un’eleganza morale più sottile dell’untuosa piaggeria che si rimedia con l’accettarla. Piketty, autore de Il capitale nel XXI secolo, ha rifiutato la Legion d’Onore da Francois Hollande con una motivazione tanto tagliente quanto fondata: “Non credo che sia indicato per attribuire questo premio”. Fantastico. Con poche parole, e ricusandone l’effettiva assegnazione, si è guadagnato idealmente la coccarda che volevano appioppargli. Avrebbe potuto farlo anche Emma Bonino? Di più. Avrebbe dovuto. Perché Soros è lo stesso individuo (contiguo a tutti i think tank più elitari ed efficienti del globo) assurto a fama planetaria nel mercoledì nero del 16 settembre 1992 speculando contro la sterlina e la lira e causando una perdita valutaria al nostro paese di 48 miliardi di dollari. Insomma, egli è l’incarnazione di quel Sistema finanziario che è la radice del Sistema antiumano di cui siamo insignificanti pedine. Ha fatto bene o ha fatto male, Soros? È una domanda cui un sofista risponderebbe con un’alzata di spalle perché, in un mondo deprivato di etica, Bene e Male sono concetti oziosi, quisquilie nominalistiche, fiati di voce. Ciò che conta è che Soros è un paladino dei diritti umani e della promulgazione della democrazia in ogni dove, nel pianeta. Può darsi, ma un altro, al posto della Bonino, avrebbe passato la mano lo stesso. Una radicale come lei, invece, no. Forse, a chi avrebbe declinato, manca proprio quel timbro radicale che comporta impetuose generosità, singolari amnesie e sconcertanti contraddizioni. Tipo il puntiglio, intimamente radicale, del battersi contro le prigioni di pietra e di non essersi mai battuti contro la prigione politica costituita dalla UE. Tanto da menare vanto per aver fornito, a suo tempo, al progetto europeista un commissario della Molto Onorevole Commissione. Un commissario di nome Bonino.

Potrebbe Interessarti Anche

Nessun Commento

    Lascia un commento

    Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.