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Sette al cubo

Qual è il meccanismo principe delle esperienze settarie? Ci riferiamo alla specifica esperienza provata da chi finisce nelle maglie di una setta, in genere dai connotati religiosi. Ebbene, quel meccanismo consiste nella ripetizione ossessiva di pensieri, vocaboli, gesti atti a generare una credenza. Il settario è, letteralmente, un drogato mentale. Viene isolato dai suoi cari, dai suoi amici, dallo stesso contesto civile attraverso un graduale, e micidiale, lavaggio del cervello. Sono necessari anni di terapia, poi, per recuperare alla vita e alla equilibrata razionalità la povera vittima. Ci sono peculiari momenti storici in cui questa tragica sorte tocca non già a un singolo, ma a un’intera collettività; il format distorsivo consistente nella reiterazione coattiva di slogan, dogmi, ritualismi viene applicato al livello delle masse.

Per innescare il processo non è necessario il contributo della maggioranza, è sufficiente una minoranza consapevole, lucidamente risoluta a imporre una propria agenda dei lavori, dotata di un obbiettivo di regola taciuto ai più nonché titolare di un sistema mediatico ad essa asservito. Pensate alla cieca fede nell’interventismo che precipitò milioni di poveri disgraziati straccioni nel fango e nel carnaio delle trincee della Grande Guerra. Oppure pensate alla cappa di conformismo veteromarxista e pseudo-proletario degli anni settanta che incuneò l’Italia nella notte di piombo. Ecco, oggi ci troviamo nell’occhio del ciclone di una tempesta settaria di massa enne volte più intensa. Siamo tutti bombardati, quotidianamente,  dai precetti di una sorta di catechismo universale in grado di spiegarci come va il mondo e di impedirci anche solo di pensare che un altro mondo sia possibile. Il Sistema ha fornito a consumatori finali di bufale (cioè noi) una decina di parole chiave (spread, debito pubblico, deficit, mercati, Pil, borse, Commissione, Draghi, BCE) e le ha correlate in infinite combinazioni differenti del medesimo cubo di Rubik dell’idiozia indotta: generare un solido, inscalfibile consenso collettivo rispetto a una preordinata mappa del mondo. Ci sono riusciti. E non solo con il popolino, badate bene. Anche con la sua classe intellettuale.

Persino le intelligenze teoricamente più attrezzate ad analizzare, comprendere e fare sintesi, non intravedono nient’altro che i contorni di un cupo skyline ove si ergono, invalicabili, i bastioni delle terre di mezzo: spread, debito pubblico, deficit, mercati. Di fatto, hanno cancellato il mondo reale e generato un culto di cui siamo gli ignari fedeli, e le vittime designate. In altri termini, e detto con brutalità, viviamo in una società narcotizzata e sotto ipnosi, ridotta allo stadio di coscienza larvale dell’adepto di una setta, o dell’assuntore di droghe pesanti, se preferite. Si può uscirne; si può uscire da tutto. Non c’è muro che non possa cadere. Ma il primo passo verso la libertà, per chi è intossicato dalla ‘roba’, è la presa di coscienza della ‘roba’ e la presa di distanza dai suoi spacciatori.

Francesco Carraro

www.francescocarraro.com

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