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Titoli di moda

È fattibile concentrare una fake news e un ragionamento sballato in sole nove parole? A fugare ogni dubbio, in proposito, una prima pagina de ‘Il Dubbio’, il giornale edito dal Consiglio Nazionale Forense, pure con il titolo di scatola: “Migranti, vietato salvarli. E ieri sono morti in cento”. Partiamo dalla prima frase. Chi mai ha stabilito che sia vietato salvare i migranti? Forse il Governo italiano? Non risulta.  L’attuale esecutivo sta portando avanti, per la prima volta da quando l’esondazione di esseri umani dall’Africa si è fatta tsnuami, una politica umanitaria finalizzata a metter fine all’eccidio nel Mar Mediterraneo.

E ciò nell’unico modo serio e credibile: stroncando la filiera di loschi interessi che unisce, nell’ordine: 1) le illusioni di benessere di centinaia di migliaia di migranti economici del continente nero; 2) il lucro mafioso dei trafficanti di uomini impegnati nel contrabbando di corpi tra i confini della Libia e le sue coste; 3) i pattugliamenti sospetti dei pescherecci equi e solidali di opache organizzazioni straniere finanziate da non si sa chi. E allora, perché quel titolo? (‘Migranti, vietato salvarli’) quando è vero esattamente il contrario? Chiudendo i porti alle ONG, denunciando, alla buon’ora, le plurime violazioni di leggi  di cui  molte di esse si macchiano, minacciando di sequestrare i loro mezzi stivati ben oltre i limiti della capienza, i migranti li stai salvando. Così come è vero che la responsabilità di aver trasformato il Canale di Sicilia in un cimitero liquido va a chi, nel tempo, per insipienza politica, doppi fini inconfessabili, cointeressenze transnazionali, ha incoraggiato (o addirittura foraggiato) il fenomeno con alibi di quart’ordine, tipo: facciamo pochi figli, abbiamo bisogno di risorse fresche (argomento sottilmente razzista, da ‘faccetta-nera-bell’abissina’ prediletto dai nostri antirazzisti di professione); oppure: ci pagheranno le pensioni di domani (altro pretesto da becero capitalismo ottocentesco graditissimo alla nostra sinistra in doppio petto); o addirittura: faranno i lavori sporchi che gli italiani rifiutano (una ‘logica’ che manco il padrone delle ferriere di un romanzo di Dickens avrebbe osato accampare, mentre per i nostri maitre a penser non fa una grinza).

Veniamo ora alla seconda parte del titolo di cui sopra: siccome è vietato salvarli, muoiono in cento. In realtà, il naufragio di cui parla il giornale è avvenuto per l’esplosione di un canotto a motore appena salpato. Quel gommone è partito per approdare non in Italia, ma sulla chiglia di una nave ONG. È proprio il servizio di radio-taxi ‘ammare’ gestito dalle ONG ad attivare le partenze delle zattere a motore. Quindi, il titolo giusto sarebbe: “Migranti, il traffico criminale continua. E ieri sono morti in cento”. Insomma, basterebbe una minima correzione alla fuorviante premessa per rendere persino superfluo aggiustare il ragionamento. Incredibile che un tale sfondone l’abbia preso il giornale “degli avvocati”. E lo dico da avvocato, sapendo bene quanto il nostro percorso di studi irto di regole ed eccezioni, la nostra attitudine indotta al pensiero non convenzionale, la nostra propensione acquisita all’analisi critica dei fenomeni dovrebbe aiutarci nei confronti della corrente del conformismo ottuso e del convenzionalmente corretto. Nel senso di andarci contro, non di assecondarli.

Francesco Carraro

www.francescocarraro.com

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