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DELL’AMORE DELLA MORTE

DELLA MORTEDella morte dell’amore. Il presidente USA, Barack Obama, una delle più artificiose costruzioni mediatiche della storia politica moderna, diciamo dal Congresso di Vienna in poi, ha lanciato un hashtag col proprio account twitter per salutare da par suo, da sorridentissimo presidente del New American Century, un Evento Storico: “l’amore vince”. Ha così voluto celebrare la sentenza della Corte Suprema a stelle e strisce che ha imposto a tutti gli stati americani di consentire il matrimonio tra persone dello stesso sesso. Per l’adozione c’è tempo, ma ci ci stanno lavorando. Vuoi negare la gioia di un figlio a due coniugi legalmente sposati? Ma non è questo il punto. Il vero punto è l’amore, signori. E l’amore produce anche morti, incidentalmente. Eccovi un po’ di statistiche dell’impegno profuso dallo Zio Sam per esportarlo nel mondo dacché le twin towers implosero su se stesse perché centrate da un aereo di terroristi islamici. Numero di morti: duecentiventicinquemila, costo complessivo: quattromilaquattrocento miliardi di dollari, stima prudente della Brown University. Il totale comprende le due guerre in Iraq e Afghanistan e le campagne di lotta al terrorismo in Pakistan e Yemen, le operazioni navali antipirateria nell’Oceano Indiano e il lavoro di intelligence di contorno. Effetti collaterali di cotanto Amore: il 30% dei soldati di ritorno dalle missioni rivela disturbi comportamentali da trattamento psichiatrico, ma forse si tratta di gente border line non avvezza ai dolori dello sforzo finalizzato ad esportare democrazia a destra e a manca. Ovviamente l’Amore non fa credito a nessuno, va a debito come tutti. Quindi i futuri interessi sul debito pubblico USA ammontano a 185 miliardi finora e a 1.000 miliardi di dollari entro il 2020. Scusate, dimenticavo i feriti delle pene d’amor perdute: 365.000 (6.000 americani, 1.200 alleati, 9.000 iracheni, 8.800 afghani, 3.500 pakistani, 2.300 contractors). Ma sui ‘civili’ stecchiti il Dolce Stil Novo di Barack dà il meglio di sè: 172.000 cadaveri e 7,8 milioni di rifugiati, per avere quel mondo più libero e sicuro che state sperimentando. Quindi la sentenza della Corte Suprema è solo la ciliegina sulla torta dell’Apocalisse. E il Magnifico Presidente giustamente l’ha valorizzata perché un leader come lui ha l’occhio d’aquila per la lista delle priorità. E allora twittiamo con Obama, tutti in coro: l’amore vince, a volte. La morte vince, sempre.

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