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IMMIGRAZIONE 1 – LA VERSIONE DI ARISTOTELE

ARISTOTELESe Aristotele fosse vivo e lo invitassero a un talk show a dir la sua sul dramma dell’immigrazione, forse parlerebbe del concetto di ‘causa’ e delle sue quattro declinazioni. Magari dobbiamo partire proprio da qui per raccapezzarci nella babele di notizie sullo tsunami umano che preme da ogni latitudine minacciando di spazzarci via. Le ‘cause’ aristoteliche sono quattro: materiale, efficiente, formale e finale. Prendiamo una Ferrari di formula uno per stare sul pratico. La causa materiale è ciò di cui la monoposto è fatta: ferro, acciaio, plastica, leghe avveniristiche, gomme. La causa efficiente sono gli ingegneri e i tecnici che l’hanno ideata e assemblata portandola sull’asfalto per consentire a Vettel di toglierci delle soddisfazioni. La causa formale è la forma che la Ferrari acquista, una volta completata: bella, aggressiva, filante, e via decantando. La causa finale, la più interessante del poker (ammettiamolo), è lo scopo per cui la vettura rossa e rampante viene costruita. Direte che questa è facile: vincere! Forse nel caso del Cavallino sì, ma non è detto valga per tutto. Ad esempio, torniamo all’immigrazione e rimettiamoci ai piedi del mentore di Alessandro Magno. Che ci direbbe Aristotele? Sulle prime, si limiterebbe a una constatazione relativa al racconto o, come fa figo dire oggi, allo storytelling della crisi. L’ondata di fuggiaschi, da Sud e da Est, viene riportata mettendo in campo solo due delle quattro nozioni causali di cui sopra: i media ci descrivono a profusione quella ‘materiale’ (fatta di corpi trattati da bestie e di barconi dove stiparli) e quella ‘formale’ (fatta di caos, denutrizione, malattia, morte cioè l’estetica della disperazione). E le altre due cause? Chi o cosa ha prodotto il fenomeno o, meglio, la catastrofica escalation delle ultime settimane (causa efficiente)? Con quale scopo (causa finale)? Trovare le risposte non è semplice, ma è già molto accorgersi di come pochissimi dei Grandi Narratori ci (si) pongano le relative domande.

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