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LA NEMOCRAZIA

NESSUNONon facciamoci distrarre dal chi, concentriamoci sul come. Il tema, e il problema, non è Mattarella piuttosto che Amato. Sul colle finirà comunque uno zelante esecutore delle guide lines, come le chiama Renzi. Soffermiamoci invece sulle modalità con cui è stato eletto il nuovo Presidente e ci accorgeremo che coloro che auspicavano il dimezzamento dei parlamentari (cioè tutti, persino i renitenti al Sistema) sono stati superati dagli eventi. Il capo dello stato non è frutto di un dibattito tra seicento e fischia cittadini, in parlamento, ma di un dialogo tra due barra tre capibastone che, nel chiuso dei loro consessi riservati, hanno partorito ‘il nome’. Insomma, se avessimo una democrazia fatta, anzichè di due camere, di due camerini formato loculo sarebbe lo stesso. I soggetti sedicenti parlamentari che poi passano sotto le campate chiuse dell’urna si limitano a ratificare una soluzione concepita altrove da un novero di Domini che si contano sulle dita di una mano. Poi i luoghi ufficialmente deputati a sfornare l’eletto fungono da coreografia del rito per darci l’illusione di contare ancora qualcosa. Da questo punto di vista, se domani Bruxelles ci chiedesse (nel segno della lotta alla casta e in ossequio a nuovi draconiani tagli agli sprechi) di ridurre il parlamento a un manipolo di cinque soggetti (uno per forza politica, tanto per garantire il pluralismo) non farebbe che fotografare l’esistente. Ecco a voi la nemocrazia, la democrazia di ‘qualcuno’, che vuol dire  di così pochi, ma così pochi che tutti  gli altri son nessuno.

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