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TESTE DI CUORE

cuoreTesta, cuore, pancia. Ci sono stati tempi in cui la prima godeva di un riconosciuto predominio sugli altri due. E quei tempi hanno coinciso, guarda caso, con periodi di progresso politico, economico, culturale, sociale, al netto degli inevitabili danni collaterali di qualsiasi era. Oggi, la testa è stata ridotta ai minimi termini, anzi viene coltivata come repositorio di conoscenze, come archivio di saperi, come capiente collettore di nozioni. Se avete la ventura di confrontarvi con ragazzi in età scolare, soprattutto dalla terza elementare in su, vi sarete  accorti della densità dei programmi, della loro estensione, della quantità spropositata di informazioni – di carattere perlopiù tecnico-scientifico – propinate ai malcapitati fruitori della ‘buonascuola’. Insomma, la testa non è più ‘dissodata’ al fin di ragionare, ma al fin di ‘contenere’. Quanto più essa contiene tanto più saprà concentrarsi sull’unica missione del cittadino consumatore: implementare la produttività per rilanciare la crescita. Non è un caso che le materie umanistiche siano al collasso, che il liceo classico sia stato spappolato in una miriade di indirizzi ‘tuttologici’ e che le lingue ‘morte’ siano state, a scanso di equivoci, uccise di nuovo  a buon pro di quella viva, e produttiva, che è l’inglese mondializzato contemporaneo. Bene, ci siamo giocati la testa pensante; il che è fondamentale onde evitare che gli abitatori del Paese delle Meraviglie possano farsi domande scomode. I pochi che si ostinano a porsele in genere finiscono nel girone dei populisti cospirazionisti. E gli altri? Gli altri si barcamenano tra il cuore e la pancia. Pancia significa istinto. L’istinto è tremendo perché suggerisce ai turlupinati che qualcosa non quadra, li induce a cercare alternative a un Sistema che essi percepiscono come bacato e marcescente senza possedere il bagaglio culturale del passato necessario a ‘leggere’ il presente e a prefigurare il futuro. Ecco perché chi vota contro la Matrice – i britannici bucolici con la Brexit, gli arcadici ellenici nel referendum anti trojka, i bifolchyankees con Trump – in genere sono apostrofati, dalle elites pseudo-intellettuali, come rimasugli di stupidume plebeo condizionato dalla ‘pancia’. Dicono proprio così – i fiancheggiatori della Macchina mondialista: gli elettori hanno votato ‘di pancia’. Qualsiasi sussulto popolare che, muovendo alla cieca, tenda a ribellarsi alle regole dell’Unico Gioco Permesso è bollato come la secrezione intestina di cittadini mentecatti, poco istruiti  e bisognosi di un amministratore di sostegno. Il cuore, dunque. Il cuore e l’irriflessiva adesione ai simboli e alle mitologie della gabbia mediatica, finanziaria, economica, istituzionale, giuridica, politica al servizio dei grandi potentati transnazionali è l’organo pulsante su cui fanno affidamento i cosiddetti riformisti, primi conservatori dello status quo. Ecco il motivo per cui, nelle piazze digitali e televisive più connesse e frequentate, l’emozione è incoraggiata a discapito del pensiero critico affinché tutti diano più spazio al magma emotivo e vadano dove li ‘deporta’ il cuore. Così da aderire a situazioni e progetti totalmente irrazionali e autolesionistici senza capire il perché: conta essere accoglienti, buoni, sereni, empatici, simpatici. Cuore in mano. Pancia a terra. E testa in soffitta.

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