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TI SA O NON TI SA?

tisaSapete cos’è il Tisa? L’acronimo di Trade in services agreement ovverossia un accordo di interscambio e condivisione di deregulation sui servizi. America ed Europa lo stanno negoziando in silente omertà e avrà un impatto enorme sulla vita di ciascuno di noi, soprattutto dei nostalgici decadenti dello stato sociale che fu. Il Tisa contempla due pilastri: la privatizzazione dei servizi pubblici essenziali non ancora svenduti (trasporti, sanità, istruzione) e, soprattutto, l’altissima diffusione, senza scrupoli di privacy, dei dati personali appetibili alle multinazionali della finanza e dei mercati bancari e assicurativi. Basta segreti, per la carità! C’è il fior fiore del capitale multinazionale che fa la fila alle porte di casa nostra per renderci la vita  migliore e vogliamo intralciarlo con pali e paletti, lacci e lacciuoli? Certo che no, ma  l’aspetto stupefacente della faccenda è un altro. La soffiata sulla Tisa viene dal presunto criminale internazionale Julian Assange e da Wikileaks  che ci ha fatto lo scoop. Insomma, il più ciclopico progetto di disintegrazione del welfare e di polverizzazione del diritto alla riservatezza che sia mai stato concepito nella Storia, era top secret. Nessuno doveva sapere, se non a cose fatte, e pare addirittura che le prime bozze del documento siano esplicitamente coperte da un obbligo di segretezza. Ma non ci dobbiamo preoccupare, amici. Numero uno: per fortuna, il Tisa non prevede nulla di diverso rispetto alle ricette applicate negli ultimi anni per generare la più devastante crisi economica dal Ventinove in qua. Si limita a perfezionare gli ingredienti. Numero due: siamo tutelati a livello comunitario, giacché del Tisa si sta occupando la Commissione Europea che ci terrà quotidianamente aggiornati sull’andamento delle trattativa e ci farà pure un programma su Radio Londra dal titolo ‘Tutto il Tisa minuto per minuto’. Numero tre: Renzi non lascia, raddoppia. Quando gli hanno spiegato che il Tisa (insieme al Ttip, il trattato sul commercio transatlantico) avrà un impatto dello 0,4% sul PIL del vecchio continente da qui al 2027, ha ordinato ai suoi di firmare quello che c’è da firmare e di spingere sull’acceleratore: invece che a novanta gradi, ci si metta pure a centottanta che c’è da stimolare la crescita.

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