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TIRANNOSAURUS LEX

tirannoImmaginate un gruppo di appassionati cacciatori a cui sia permesso, in un futuribile futuro, di sfogare le doppiette in un safari al dinosauro dentro un parco a tema. Una specie di quello messo in scena dal celebre film ‘Jurassik Park’. Immaginate, adesso, che gli avventurieri in questione – una volta entrati – si mettano a sparare ai colibrì mentre, nella vallata sottostante, sfilano Diplodochi, Tirannosauri, Sauoropodi d’ogni risma. Che gli direste ai cacciatori? Ci siamo capiti. Bene, l’immagine irresistibile ci è tornata alla mente nell’ascoltare le parole del procuratore di Catania a proposito della ventilata inchiesta sul traffico di esseri umani dalle coste libiche all’Italia e sulla supposta connivenza tra le famose Ong e gli scafisti. Nel grido d’allarme del procuratore venivano adombrati due potenziali filoni d’inchiesta e la gran parte dei media si è soffermato sul primo: da un lato, il reato consistente nella complicità dei trafficanti di uomini e delle organizzazioni di volontariato nella gestione della cosa, dall’altro l’ipotesi ben più fascinosa e complottista secondo cui la strategia degli scafisti punterebbe a destabilizzare l’economia e quindi la politica e quindi la società italiana. Ecco, focalizzandoci su questo secondo aspetto ci è venuta in mente la metafora della battuta di caccia nel parco dei Rex. Se i cacciatori sono i magistrati investiti del potere-dovere di indagare sui crimini, gli scafisti sono, con tutta evidenza, i colibrì. Metti anche che la tratta dei nordafricani e l’esodo biblico verso le nostre coste rappresenti il tassello di un’agenda criminale e criminogena con l’Italia al centro del mirino, ti pare davvero che il tuo bersaglio – caro pubblico ministero – debba essere lo scafista? Carezza il grilletto, aggiusta la mira, non perderti nei dettagli, caro procuratore, dai un’occhiata maliziosa alla situazione complessiva. La tua intuizione è buona, ma ti stai perdendo il meglio. Ti concentri sugli uccellini e ti perdi la prateria gremita dei più straordinari e ciclopici sauri dal mesozoico in giù. Hai ragione da vendere quando dici che c’è un disegno volto a radere al suolo dalle fondamenta l’economia italiana, depauperarla delle sue ricchezze e deprivarla di taluni poteri costituzionalmente non disponibili – pena la commissione di un reato da ergastolo – come la sovranità della Nazione, anche e soprattutto monetaria. Se allarghi la tua visione al quadro d’insieme, ti accorgerai che gli scafisti sono solo le mosche nocchiere sul muso dei mostri. Ma esse non sono i mostri. I mostri ti stanno sfilando (e sfidando) davanti da almeno un ventennio, perfettamente identificabili, riconoscibili, e quindi – sei o non sei un cacciatore? – catturabili. I mostri lasciano orme profonde, solchi inconfondibili sul melmoso terreno del nostro funesto passato. Ecco, se proprio non ti riesce di scorgerli, distratto come sei dai colibrì, segui a ritroso quelle tracce. Ci arrivi, eccome se ci arrivi. Ma per favore, lascia stare gli scafisti e prenditela, piuttosto, con quelli scafati abbastanza da imporre la loro legge alle nostre leggi.

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