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Ci sono più transfobi o più no-covidvaxfobi? Aggiorniamo il DDL Zan…

Ci avete frantumato  i santissimi per anni con la faccenda della “fobia” e della “discriminazione”. Non bisogna aver paura del diverso e si deve parlare col contagiri, per non offendere nessuno. Altrimenti c’è il rischio di urtare le “sensibilità” altrui. E avete talmente esasperato tale concetto (in linea di principio giusto) da ridurlo a una parodia grottesca di se medesimo. È diventato quasi impossibile disquisire, e addirittura preventivamente riflettere, se non nel modo che voi insegnate essere “politicamente” o “etnicamente” o “sessualmente” corretto. E chi sbanda dalla retta via è un “fobo-qualcosa”: un islamofobo, un omofobo, un lesbofobo, un bifobo, un transfobo.

Avete triturato l’umanità in una miriade di “minoranze” da proteggere come i panda o le foche monache. E non perché vi interessasse davvero qualcosa delle varie tribù create ad arte di volta in volta, ma solo per irreggimentare le intelligenze.  E poi per imporre un discorso unilaterale, un dibattito ingessato, un unico lessico con cui sia letteralmente impossibile anche solo osare di pensare o parlare “altrimenti”. Se non a rischio di essere tacciati di spargere odio.

Bene, sapete cosa c’è? C’è che questa vostra ipocrita passione per le minoranze, questa vostra crociata contro le fobie, questo vostra paranoia anti-odio ora dovrete imparare a metterle in pratica con una nuova minoranza: quelli che voi – col vostro innato istinto manipolatorio – avete battezzato no-vax. Ebbene, amici miei, questa categoria così sprezzantemente definita è oggi una minoranza nel paese. E dunque essa deve essere tutelata come tutte le altre da ogni forma di discriminazione.

E quale modo migliore di inserirla all’interno dello stesso disegno di legge Zan? Sarà sufficiente modificare così l’art. 604 bis Codice Penale: “Salvo che il fatto costituisca più grave reato, è punito: a) con la reclusione fino ad un anno e sei mesi o con la multa fino a 6.000 euro chi propaganda idee fondate sulla superiorità o sull’odio razziale o etnico, ovvero istiga a commettere o commette atti di discriminazione per motivi razziali, etnici, nazionali o religiosi oppure fondati sul sesso, sul genere, sull’orientamento sessuale, sull’identità di genere, sulla disabilità o su legittime scelte personali in ambito politico, sociale e sanitario; b) con la reclusione da sei mesi a quattro anni chi, in qualsiasi modo, istiga a commettere o commette violenza o atti di provocazione alla violenza per motivi razziali, etnici, nazionali o religiosi. Oppure fondati sul sesso, sul genere, sull’orientamento sessuale, sull’identità di genere o sulla disabilità o su legittime scelte personali in ambito politico, sociale e sanitario”.

Ciò consentirà, ad esempio, di sanzionare penalmente comportamenti discriminatori nei confronti degli studenti. Come ad esempio le pressioni psicologiche, forse anche fisiche, persino intimidatorie cui saranno sottoposti gli alunni che non avranno voluto accedere al salvifico siero. Pressioni, e conseguenti azioni, legittimate dall’infame articolo del nuovo decreto con cui si prevede che le classi con tutti vaccinati potranno rimanere senza mascherina.

Di fatto, legittimando una ignobile, e indiretta, caccia all’allievo renitente alla leva del vaccino. Allestendo, così, una vera e propria palestra di odio, discriminazione, risentimento, bullismo e violenza proprio in quell’ambiente (la scuola) dove si dovrebbero seminare, e far crescere, valori e contegni esattamente opposti. Se c’è un parlamentare con i “cosiddetti”, proponga questa modifica domani mattina. Mettiamo alla prova i sedicenti paladini di tutte le minoranze, i campioni della lotta all’odio. Se vorremo farli evolvere, facciamogli una domanda e chiediamogli una risposta: ci sono più bifobi, più transfobi, più lesbofobi o più no-covidvaxfobi?  In fondo, è tutto molto semplice.

Francesco Carraro

www.francescocarraro.com

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1 Commento

  • Rispondi
    Emanuela
    3 Settembre 2021 a 18:39

    Buonasera Francesco Carraro.
    Appartengo anch’io alle ‘nuove minoranze, la cui esistenza Lei così chiaramente e fondatamente rivela nel Suo articolo qui sopra.
    E sono angosciata e molto amareggiata dalla ormai ininterrotta persecutoria violenza morale e verbale scagliata ad ogni ora contro i “diversamente pensanti”, una violenza che è evidentemente il prodotto di menti dominate da una rabbia e da una spietatezza vendicatrice certamente di vecchia data e che nulla ha a che vedere con le persone oggetto di questa loro furia, divenute, ora quanto mai opportunamente, i loro sciagurati capri espiatori. Per queste ragioni, ho sentito forte il bisogno di andare alla ricerca dell’origine del comportamento di queste persone così ingiustamente ostili, possedute da un odio che non trova nessunissima giustificazione razionale in quanto sta ora accadendo in questo nostro disgraziato Paese.
    Ho attinto le descrizioni del tipo di personalità, che riconosco essere proprio delle persone di cui sopra, dal giardino della Floriterapia del dr. E. Bach. La Floriterapia è, a mio avviso, l’unica terapia al mondo dalla quale si può trarre grande giovamento senza neppure assumerne i preparati. Per una semplice ragione: la sola, attenta lettura delle ormai numerose e sempre più approfondite descrizioni delle 38 tipologie floreali donateci dal grande spirito di ricerca e di amore di Edward Bach, offre già di per sè un così grande arricchimento spirituale da costituire essa stessa una base ben radicata per il benessere di chi le legge, grazie alla conoscenza dell’umanità che se ne trae in maniera semplice ed illuminante.
    Il tipo di personalità che, a mio avviso, incarnano le persone oggetto di questa mia, è quello per la cui cura spirituale il dottor Bach scelse l’essenza floreale del fiore Beech, il nostro Faggio, Fagus sylvatica.
    Ecco alcune descrizioni della personalità Beech nella sua forma involuta, “negativa”.
    “Beech. Il Fiore della Tolleranza. Beech è legato al potenziale spirituale del discernimento e della tolleranza. Nel suo stato involuto reagisce in modo ipercritico, svalutando il prossimo, oppure, al contrario, comportandosi in modo innaturalmente tollerante ed eccessivamente comprensivo. …. Questa tipologia umana è solita considerare e giudicare il prossimo secondo criteri molto rigidi, senza alcuna volontà di immedesimarsi nella sua situazione e nei suoi sentimenti…. Incapace di autoanalisi e di assimilazione delle proprie esperienze, tende a proiettare sugli altri questa incapacità di assimilazione. Lo stato Beech negativo ricorre spesso in persone che appartengono a minoranze discriminate o emarginate, che sono state oggetto di odio, umiliazioni, violenze, delusioni, ferite nell’amor proprio etc. Spesso queste famiglie si rinchiudono in se stesse, costruendosi un proprio sistema di valori, che consente loro di sentirsi superiori agli altri. Di conseguenza, il disprezzo e le umiliazioni feriscono di meno, in quanto si riesce a proiettarli sugli altri sotto forma di critica e di arroganza. Questa forma di autodifesa, che reprime quanto più possibile sentimenti ed emozioni, impedisce di provare empatia e di immedesimarsi nei sentimenti altrui.” (da Mechthild Scheffer, Il Grande Libro dei Fiori di Bach, Ed. Il Corbaccio, 2000, pagg. 69-71)
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    “Il Beech disarmonico rileva solo le cose negative. Avaro di sentimenti, soffre sentendo di non essere più capace di aprirsi in un sorriso. Mentalmente rigido, polemico, presuntuoso, arrogante, sarcastico, giudica in base a pregiudizi e poi condanna, emettendo sentenze. Sostiene duramente le sue convinzioni e vuole sempre avere ragione. Se infastidito, irrompe in scatti d’ira e di rabbia. Usa la proiezione come meccanismo di difesa: vuole cambiare negli altri ciò che non riesce a correggere in se stesso. Maschera la sua debolezza con l’autocelebrazione e un’apparenza di forza e autorevolezza. E’ emotivamente freddo, da vuoto interiore, bloccato nei sentimenti e nelle emozioni. Ornato di alti ideali, rettitudine, coerenza, appare teso e indurito, sfiduciato, scontento, geloso, narciso, esibizionista. (dal sito “Il Giardino dei Fiori”)
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    ” L’albero del Faggio sembra comunicarci un senso di sufficienza e presupponenza, come se esso contasse sul solo fusto colonnare per mantenersi eretto. Eppure il suo legno, così pesante e compatto, tende a crepare e a scheggiarsi come il vetro. E’ un albero solitario in boschi e foreste, si comporta come un re monolitico, intollerante della convivenza con altre piante nei suoi stessi spazi, rarissime eccezioni a parte.
    Il tipo Beech involuto, se non a labbra strette, difficilmente sorride delle sue stesse battute in genere ironiche, per non dire caustiche e sarcastiche. Attenti agli sgambetti di un Beech! In genere non gli sfugge nulla… se non se stesso! E’ talmente proteso ad essere incisivo, rigido, ben distinto dal mondo intero, attraverso la manifestazione del suo “diktat”perentorio ed assoluto, da non rendersi conto di trasferire ogni sua piccola insoddisfazione o ansia di precisione su un’ipotetica mancanza dell’altro. Come si suol dire in gergo “non l’hai mai pari”. In un certo senso, si fa lo sgambetto da solo: sedotto dalla sua stessa seduttività intellettuale, è come se il suo senso critico lo oscurasse nel vedere la luce che c’e’ al di fuori del suo mondo. La vanità, l’orgoglio lo portano a coltivare pregiudizio e intolleranza, negando qualsiasi possibilità di compassione e comprensione. In modo quasi persecutorio, attacca le persone, soprattutto quando il suo grado di insoddisfazione va a toccare rancori lontani, che hanno favorito il suo autobarricamento, per cui si può colpire l’altro, ma non esserne colpiti. In effetti, se ciò accadesse, potrebbe essere pericoloso per il Beech involuto: il castello che si è costruito è di per sè fragile, perchè poco elastico,e, più di quanto si possa credere, può facilmente frantumarsi. La sua ostilità verso il mondo nasce da ferite e umiliazioni antiche, a cui, col passare del tempo, risponde proiettando tutto il suo disprezzo, il suo biasimo, la sua indignazione. Ha da lungo tempo elaborato un suo codice di comportamento e di valori, che non lascia spazio a voci differenti.”(da Accademia Centaurea, I Fiori di Bach, Macroedizioni, 2004, pagg. 279-282).
    ——————————
    “Il comportamento del Beech disarmonico è a livello espressivo arrogante e a livello interpersonale sfruttatore, perchè crede di meritare favori particolari senza necessità di doverli ricambiare. Inoltre, possiede un’intesa immaginazione ricca di fantasie autoglorificanti, con un’autoimmagine ammirevole e un mondo interiore denso di ricordi artificiali. E’un grande razionalista, e, grazie a ciò, è in grado di trovare ragioni che giustifichino tutti i propri comportamenti. Infine, è una persona apparentemente serena, tranquilla e imperturbabile, a meno che non venga messa in discussione la sua superiorità.”(da B. Rodriguez-Dr. R. Orozco, Intelligenza Emozionale e Fiori di Bach, Ed. Centro Benessere Psicofisico, 2007, pag 172).
    —————————-
    E, infine, una breve descrizione del suo potenziale armonico, positivo:
    “Lucidità spirituale; capacità di discernimento e di giudizio; critica costruttiva e capacità di accettare anche personalità e idee diverse dalla propria, con i loro pregi e difetti; capacità di riconoscere le possibilità di crescita e di evoluzione.”(da M. Scheffer,op.cit.)
    ” Il rimedio Beech aiuta ad aprirsi al mondo, insegna ad accettare i propri difetti e a diventare tolleranti con se stessi e con il mondo. Aiuta ad accettare valori diversi dai propri, a giudicare in maniera equanime ed equilibrata, riconoscendo ed accettando i propri limiti.”(da Il Giardino dei Fiori, op.cit.).
    ————————————
    Buchenwald in italiano significa bosco di faggi.
    Cordialmente
    Emanuela

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