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COL PIFFERO

HAMELINLa Grande Narrazione due punto zero si articola in una serie di sotto-miti, trame secondarie, meno importanti del canovaccio principale, ma funzionali a sostenerne la credibilità e la suspense. Più o meno come in Guerre Stellari dove trovi miriadi di personaggi di contorno alla principessa Leyla e a Luke Skywalker, così anche nella meta narrazione post moderna dell’Unione Coatta, dell’Affratellamento Comunitario, della Globalizzazione del Progresso e dell’Esportazione della Democrazia. Ecco, ci sono degli adulti bambini (non c’è nulla di male a coltivare il fanciullo pascoliano, sia ben chiaro) tremendamente attratti da queste deviazioni eccentriche rispetto al nocciolo duro e puro del Mito. Prendi Renzi. Il nostro premier si disimpegna ovunque come Pinocchio in gita nel paese dei balocchi. Però, mentre Pinocchio diceva le bugie sapendo di mentire e ben contento di farlo, per una perversa inclinazione alla patacca da burattino non umano, il nostro le dice in buona fede, persuaso davvero, nell’intimo, della verità del Grande Racconto Mitologico postmoderno. E dei suoi addentellati. Ad esempio: la sub mitologia dei prodigi dell’elettronica e dell’informatica. Spesso nei suoi show a favore di camera, egli esibisce con orgoglio gli ultimi ritrovati digitali, i gioielli di nuova (e già vecchia) generazione e lo fa con l’incanto stupefatto di un bimbo ottocentesco davanti alle bigiotterie del Nautilus di Jules Vernes. Par che sillabi, a occhioni sgranati e labbra socchiuse: guarda che bello, sta passando il Domani e io ci sono proprio in mezzo, anzi vi ci guido e vi ci porto perché Capitan Futuro sono io. Oppure, la sub mitologia dell’efficientismo cementista: costruire subito, costruire ovunque, abbattere muri, tirare su ponti, scavare tunnel. Così da approdare in quel mondo super connesso, iper competitivo, in cosmica ascesa, dipinto a colori pastello negli spot aziendali. Renzi è la quintessenza, fatta premier, di questa puerile infatuazione per i Nuovi Miti della contemporaneità. Per questo ci governa. Con spavalderia irruenta, e sprezzante del ridicolo, combatte una battaglia futurista. Si muove nella storia sul suo cavallo di pezza, con la spada di legno, col cappello di carta a cono rovesciato e ci invita a credere non solo nel Grande Racconto Principale, quello di cui la governance globale e l’Unione Europea sono roccaforti inespugnabili, ma anche nei Piccoli Racconti Secondari dove una tecnologia compulsiva votata al consumo e una inesausta libidine avvenirista ci rovesciano sul tavolo, di ora in ora, più opportunità, più benessere, più comunicazione, più scelte. In una parola, ci dicono, più libertà e più felicità. C’è una fiaba per bambini, quella del pifferaio di Hamelin, che ricorda molto da vicino, sul piano narrativo (ancora una volta) la vicenda renziana. Non finisce bene.

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