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PATENTEAncora una volta ci imbattiamo nel terrorista masochista, una specie ad alta densità di proliferazione, che dissemina l’Europa di marchiani errori e di cadaveri con pari solerzia. Nella recente mattanza di Berlino, si è ripetuto un copione ormai stantio: il cattivo di turno, dopo la strage, colto da un raptus di autolesionismo suicida o di imbecillità intermittente, dimentica in loco i propri documenti. I complottisti, giustamente, vanno a nozze. Ma noi preferiamo concedere una chance a quelli che Dostoevskij avrebbe reso meritevoli protagonisti di uno dei suoi più celebri romanzi: gli idioti e incantati spettatori della Versione Ufficiale. I quali si sono dati un gran daffare per spiegarci come sia del tutto normale, anzi logico, anzi inevitabile che gli attentatori lascino le loro firme sul luogo del delitto tipo Zorro la sua Zeta sulla pancia del sergente Garcia. Esaminiamo, allora, le delucidazioni di chi ci crede e i motivi per cui esse non delucidano un cavolo. Prima delucidazione: si tratta di una scelta deliberata dei terroristi, una sorta di sigla atta a cifrare un macello a denominazione di origine controllata; gli attentati hanno finalità suicide, ergo non ci sono identità segrete da tutelare. Obiezione Vostro Onore: se davvero l’intento dei carnefici fosse quello di timbrare il cartellino, di consegnare il nome dei miliziani alla leggenda dei martiri di Allah, basterebbe una bella rivendicazione su youtube comprensiva delle generalità del dinamitardo di turno. Perché diavolo servirsi di un sistema obsoleto come la carta d’identità dimenticata nel camion della morte? Sistema che, tra l’altro, mette nelle peste il colpevole nel caso in cui il suicidio non vada poi in porto, come accaduto appunto a Berlino. Seconda delucidazione: il ‘documento dimenticato’ è una classica scorciatoia dei servizi segreti quando non vogliono rivelare alcuni dettagli di un’indagine; per esempio, una informazione avuta da una fonte riservata o estorta attraverso un interrogatorio illegale. Obiezione Vostro Onore: come potrebbero i servizi segreti procurarsi sistematicamente – e subito dopo ogni tragedia, a cadaveri ancora caldi – i documenti dell’assassino per recapitarli poi sul cofano o in adiacente cestino (a meno di non esserne già previamente in possesso, direbbe un dietrologo)? Se non sono stati in grado di prevenirlo, il reo, perché dovrebbero essere dei superman nell’identificarlo (tramite non meglio precisate gole profonde), perquisirne la casa, scovarne patente e libretto e poi impiegarli per coprire le proprie fonti? Terza e ultima delucidazione dei fedeli alla causa della Verità Ufficiale: perché i presunti artefici della montatura (se davvero avessero ragione i cospirazionisti nel paventare una manina dietro le quinte) dovrebbero inserire un dettaglio così facilmente smascherabile nella sua implausibilità? Obiezione Vostro Onore: la patente perduta e ritrovata servirebbe, eccome: quantomeno a legittimare gli interventi lampo mirati al millimetro nei confronti del solito sospetto, guarda caso immancabilmente freddato al suolo prima che possa cantare. Insomma, è pur vero: il metodo usato è a prova di idiota nel senso che un idiota qualsiasi è in grado di annusarne l’incoerenza. Ma dove sta il problema vista l’enorme mole di idiozie somministrate dai media, e digerite dalle masse, dall’undici settembre in poi?

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