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Furbi et orbi

Per comprendere lo stato miserando del grande circo mediatico nazionale, cominciamo col riportarvi alcuni dei titoli più sobri dopo l’annuncio del Governo di aver deciso una manovra al 2,4 per cento. Quindi, stiamo parlando di un deficit ampiamente al di sotto della famosissima asticella del 3 per cento prevista dall’arcinoto vincolo esterno del trattato di Maastricht con cui ci hanno frantumato i santissimi almeno dieci dannatissime volte al giorno per tutti i beatissimi giorni del nostro recente passato. Allora, cominciamo da IL GIORNALE: ‘Manovra kamikaze, rovinati da Di Maio, spread alle stelle e il governo esulta’. Passiamo a IL TEMPO: ‘Aiuto’ (questi, forse, hanno chiesto aiuto a quelli de IL SOLE 24 ORE, indimenticati autori di un leggendario: ‘Fate presto!’). IL MESSAGGERO: ‘La manovra spaventa la borsa’. Vi risparmio gli altri, vi risparmio i sottotitoli, vi risparmio gli occhielli e gli editoriali. Tutti trasudano ansia, sconcerto, costernazione. Tutti sono angustiati dall’afflizione dei Mercati, dalle turbolenze delle Borse, dalle fibrillazioni di Piazza Affari. E tutti, come altrettante Cassandre, intravedono sinistri presagi nella sfera di un nebbioso avvenire.

Ciò – lo ribadiamo – non perché il Governo del Paese ha sforato il parametro di Maastricht, ma perché lo ha rispettato! Ma non chiedete loro se non provano imbarazzo nel preoccuparsi della salute del Fuzzi Mib (si scrive FTSE MIB, ed è l’indice della Borsa di Milano) anziché di quella dei cittadini italiani. Vi risponderanno che si preoccupano del Fuzzi Mib proprio perché vogliono bene ai cittadini italiani. E, quindi, se sta male il  Fuzzi Mib stanno male anche i cittadini italiani. Ciò che piace alla gente che piace (e che investe e ci presta i soldi) deve piacere anche ai nostri compatrioti anche se significa tagli alla sanità, alle pensioni, all’istruzione. Come canterebbe Jannacci: “E sempre allegri bisogna stare che il nostro piangere fa male al re”.  Insomma, siamo precipitati in una situazione in cui la grande stampa – il teorico cane da guardia della democrazia – si è trasformata nel cane da guardia delle oligarchie dominanti.

Qualsiasi uomo medio, dotato del ben dell’intelletto – non pretendiamo, quindi, un Benedetto Croce – è oggi in grado di intuire che il problema vero non è l’aumento dello spread o la reazione dei mercati. Il problema vero è un sistema in cui l’aumento dello spread o la reazione dei mercati possono determinare la vita o la morte di uno Stato. E persino di uno Stato che si muova entro il rispetto di regole idiote e suicide come il rapporto deficit-PIL. In definitiva, parliamo di un ordinamento perverso, anzi di un sistema criminale e criminogeno, in quanto da un lato è, di per se stesso, un crimine e dall’altro produce effetti criminosi. Effetti di cui alcuni furbissimi volponi si giovano dietro le quinte. Il dato finanziario ha definitivamente schiacciato, sotto i propri calcagni, quello politico. Capovolgendo così i sacri principi su cui regge la Costituzione che dovrebbe reggerci tutti quanti. Ma ai media, le ragioni di tale abominio non importano. Lo vedono, ma non lo dicono e – se qualcuno lo dice – si girano dall’altra parte perché il loro astuto padrone esige discrezione. Così, i cittadini confusi e bisognosi di una bussola, brancolano nel buio. Una volta si diceva che gli orbi guidavano i ciechi. Oggi i furbi guidano gli orbi.

Francesco Carraro

www.francescocarraro.com

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