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GO MORRA, GO!

gomorraC’è stato il crepuscolo degli dei. Ora c’è il crepuscolo degli intellettuali. Che sono così allineati, ma così allineati alla logica del dominio che ti fa quasi tenerezza starli ad ascoltare. D’altra parte, vanno capiti. Orfani come sono di qualsiasi provvidenziale cornice di senso filosofica, inabili a concepire un pensiero che non sia di conformistica rassegnazione allo status quo, vanno in paranoia quando il popolo bue smette di credere alle loro panzane. Si è letto, nelle ore di fuoco successive alla Brexit, che è tutta colpa degli elettori che votano con la pancia, invece che con la testa. La realtà ci racconta l’esatto contrario. Al confronto di talune cime della cultura di casa nostra e dell’establishment internazionale, un bucolico esponente delle campagne gallesi fa la figura di Benedetto Croce. Perché il pastore prima guarda il suo gregge e poi guarda lo stato dell’unione e non coglie alcuna differenza (sempre di greggi si tratta). La popolazione europea è, da anni, letteralmente pascolata da un’elite a sua volta assecondata da un circuito mediatico servile e leccaculo. Solo che il pastore, rispetto all’intellighentia, non tiene famiglia, per così dire. Cioè non ha uno stipendio milionario o una cadrega da difendere. Quindi, se apre la finestra vede la realtà, non la Neverland apparsa in sogno a un Severgnini, a un Jovanotti, a un Saviano. Scopre che la Ue è una struttura storta e autocratica dove ventotto commissari liquidatori della democrazia decidono le sorti di settecento milioni di sudditi, nota un parlamento da barzelletta eletto per non decidere un cazzo, coglie lo scippo della sovranità monetaria perpetrato nottetempo a beneficio di un clan di banchieri, detti BCE, muniti di prodigiosi bazooka sparamonete. Insomma, vede il mondo vero, aldilà delle apparenze. Così come il bambino de Il Sesto Senso vede la gente morta, l’umile pastore scorge, dietro le bandiere e le trombette, la defunta dignità nazionale. Ma lasciamo, ora, parlare a sua discolpa, l’intellettuale, attingiamo al suo acume. Saviano dixit: “Ha vinto il popolo, me lo ricordo il popolo, nel 1938, acclamare Hitler e Mussolini”. Intuizione geniale, a prescindere dallo stupore per le memorie secolari di un ragazzotto fiorito negli anni zero. Ma gli intellettuali di casa nostra, si sa, sono higlander, immortali, e dunque hanno vissuto sulla loro pelle anche il nazismo. Bene, qualcuno informi Saviano che, seguendo la sua logica (posto che una logica vi sia) il popolo non dovrebbe più votare. Lo informi anche del fatto che c’è una sola istituzione più opaca, omertosa, silente della Gomorra dei suoi best seller. Ed è proprio la cupola di padroni abusivi contro i quali si è espressa la Brexit. Se proprio sente il bisogno di scomodare i totalitarismi del Novecento, il nuovo Vate, veda di farsi un viaggio a Bruxelles.

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