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LA STORIA SIAMO NOI

muroConcediamoci qualche giorno, almeno, per godere il momento e basta. Niente pensieri, niente paure, niente preoccupazioni. Solo la pura consapevolezza della gioia per l’irrompere inaudito della Storia nell’ora presente e, con essa, dell’inverosimile, dell’imprevedibile, del non pronosticabile. Il referendum sulla Brexit, e il suo esito esplosivo, ricorda da vicino le ore febbrili ed estatiche del 1989 allorquando si sbriciolò il muro di Berlino e i quotidiani titolavano, a caratteri cubitali, in prima pagina, LA STORIA. Sotto, la gigantografia dei tedeschi dell’Est a cavallo di una breccia più epica di Porta Pia. Chi ebbe la fortuna di viverla in presa diretta, quella caduta, ancora rammenta gli occhi propri e altrui, sgranati e increduli, dinanzi al divenire maiuscolo della Storia e di ciò che possono la fede e la speranza e l’umanità, se unite insieme, a dispetto degli dei. Ecco, il 24 giugno 2016 la Storia ha compiuto una nuova, spettacolare epifania, e un altro muro è venuto giù. Non di pietra, come nell’Ottantanove, ma di timori e di tremori. Il fiuto delle masse ignoranti e ineducate, ma riottose alla briglia, quell’istinto innato per l’autonomia, l’indipendenza, l’emancipazione che prese la Bastiglia e innescò la Glasnost, ha sparigliato le carte già scritte. A bruciapelo, a tradimento, contro le manipolazioni seduttive del Sistema. Nonostante la Macchina del Consenso fosse persuasa di averli convinti, i sudditi di Sua Maestà, della meraviglia di rimanere sudditi (delle Borse e dei Mercati), al grido di reamain. E invece no. Per una volta, per una benedettissima volta, l’elemento umano ha inceppato la macchina. E la smisurata eccezionalità dell’evento è nelle reazioni da esso scaturite: dirette torrenziali, valanghe di talk, lacrime amare di amareggiati tromboni a vaticinare la fine del mondo. L’abbiamo capito, signori: le sette piaghe d’Egitto si abbatteranno sulla perfida Albione. Ma intanto ha vinto la Brexit, dannazione a voi. Questo vi urla Mister Bean: molto meglio un inferno sconosciuto di quello della perduta libertà. Avete sottovalutato il monito di Oriana Fallaci: con la plebe riscattata ti rompi le corna. Così è accaduto l’impossibile e ora, per un po’, godiamocela e basta la Storia che transita. Col reverente stupore di Hegel quando la vide trottare a cavallo nei panni di Napoleone. E non dimentichiamo mai quel famoso detto: la Storia siamo noi. E neanche quell’altro, di latina memoria: nunc est bibendum (è, ora, tempo di brindare). Proxit.

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