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QUANTE VOLTE, FIGLIOLO?

quante-volteArriva il questionario governativo sugli usi e costumi sessuali degli adolescenti. A partire dall’autunno prossimo venturo, a trentamila alunni delle terze superiori verrà somministrato un test “rigorosamente anonimo” per testarne le attitudini e abitudini intime. Ecco alcune delle domande: a che età hai avuto il primo rapporto sessuale? In quale occasione tu e il tuo partner avete fatto qualcosa per evitare una gravidanza o il rischio di infezioni? Negli ultimi tre mesi hai avuto un rapporto sessuale completo? Se sì, con quante persone? Con quali precauzioni? Ora, l’iniziativa (bizzarra solo per chi non ha ancora capito come funziona la Matrice) è promossa nell’ambito del “Piano nazionale per la fertilità” messo a punto dal Ministero della Salute. Il che ci porta evidentemente a porci una serie interessante di domande. Primo: perché diavolo il Ministero della Salute si preoccupa della fertilità degli italiani? L’ultimo ad aver avuto a cuore il tema e ad incoraggiare le italiche madri a donare figli alla patria, e alla lupa,  non è esattamente un’icona della cosiddetta sinistra odierna. E poi: perché spingere l’acceleratore sulla “fertilità” cioè sul “crescete e moltiplicatevi” in un mondo al collasso anche per eccesso di abitanti? Dal Corriere del 14 luglio: la popolazione africana raddoppierà in trent’anni. Il governo ti risponde: a noi sta a cuore il futuro degli italiani e gli italiani sono un popolo anziano che non fa più figli. Ah sì? Avevamo capito che la ricetta (patrocinata anche dai vertici dell’Inps) era rubare braccia all’agricoltura dei paesi alla fame per garantire a noi le pensioni di domani. E poi avevamo anche capito che gli italiani, ora, ce li fabbrichiamo in casa con lo ius “soli” giacché lo ius “sanguinis” è una roba parecchio antiquata e abbastanza cafona. La faccenda si complica e la scusa della fertilità convince sempre meno. A maggior ragione quando scopriamo che gran parte delle domande del questionario di cui sopra sembrano concepite per scoraggiare il concepimento anziché per stimolarlo: ci riferiamo all’ossessione per i metodi contraccettivi, ovviamente. Se ti interessa la fertilità, dovresti incentivare l’abbandono dei preservativi, mica il contrario. Ma il Governo ti risponde che lui punta alla fertilità responsabile e senza malattie di contorno. Sarà. In verità, ci sovviene un dubbio, anche per colpa di un autore dimenticato del Novecento: Marcuse. Il quale, nella sua opera “Eros e civiltà”, individuava una delle caratteristiche tipiche della civiltà occidentale nel controllo ossessivo e “addizionale”  rispetto a quello strettamente necessario a qualsiasi forma organizzata di collettività umana: “gli specifici interessi del dominio introducono controlli addizionali al di là e al di sopra di quelli indispensabili all’esistenza di una comunità civile”. Il questionario “sexy” ha quindi a che fare molto più col controllo che con il sesso. È l’ennesima controprova di quanto stia diventando “intrusivo” il Potere nei confronti del singolo (e la recente campagna sui vaccini ne è un’ulteriore e fresca dimostrazione). Sanno già tutto di noi, ma non gli basta mica. Vogliono sbirciare anche sotto le lenzuola del cittadino, fin dalla più tenera età. Se mai un liceale avesse il coraggio di disegnare un dito medio sulla scheda dell’intervista, gli andrebbe intitolata una scuola.

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