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Rivoluzione francofortese

Mario Draghi ha dichiarato che “l’indipendenza di una banca centrale è essenziale” perché la sua azione sia credibile e che “se le banche centrali fossero meno indipendenti e il pubblico percepisse che la politica monetaria può essere condizionata  in una direzione o nell’altra, ciò alla fine destabilizzerebbe le aspettative di inflazione e minaccerebbe la stabilità dei prezzi proprio come negli anni settanta”. Rileggetevele, queste parole, e meditatele ogni sera prima di andare a dormire. Poi interrogatevi sul ruolo, sul senso, dell’unico pontefice laico oggi su piazza (affari): il presidente della BCE; che si tratti di Draghi o di Trichet è solo un dettaglio in cronaca, una contingenza della storia. Piuttosto, concentratevi sul concetto di ‘indipendenza’. Il dogma della indipendenza della Banca Centrale, infratti, è il tumore maligno che affligge il nostro sistema e le cui metastasi hanno  infettato ormai financo le articolazioni più periferiche della struttura UE. Ripetete la parola magica: indipendenza.

Indipendenza da chi? Da cosa? Come può, oggi – nell’era più interconnessa di sempre – esistere una entità indipendente? Oppure si intende indipendente dalla politica? Se è così (ed è così, è ovvio) come la  si può anche solo pronunciare, tale parola, senza provare vergogna? Come si può accettare, in una democrazia, lo scandalo al sole costituito da un potere così enorme (quello di fabbricare nientepopodimeno che il denaro, cioè la quintessenza post moderna della ricchezza) prescindendo da qualsiasi vincolo popolare di mandato? La Banca Centrale Indipendente, e il suo dogma inscalfibile, e tutti i suoi sacerdoti e le sue vestali, sono una bestemmia davanti al dio della Democrazia; se mai tale dio è esistito e se non è già morto, luttuosa circostanza – quest’ultima – di cui siamo pressoché certi. La prerogativa di battere moneta –  di decidere se, come, quanto e quando finanziarie opere pubbliche, pubblica assistenza, welfare universale –  è la madre di tutti i poteri. Da essa scaturisce ogni altro potere e, senza di essa, tutti gli altri poteri sono carta da parati, coriandoli inessenziali, lustrini iridescenti per bimbi deficienti (cioè noi, chiamati periodicamente alle urne quali foglie di fico per agli autocrati). Se non ci restituiscono quel potere, se non lo rivendichiamo facendone la priorità di ogni nostro ordine del giorno, se non comprendiamo la sua terribile essenzialità siamo perduti.

Accetteremmo mai una riforma che rendesse il Parlamento ‘indipendente’? Un organo super partes deputato a fare le leggi cui dobbiamo obbedire? Ovviamente no. Siamo sufficientemente maturi per cogliere la mostruosità a-democratica di una simile idea. Eppure siamo sufficientemente indottrinati per non indignarci dinanzi alle parole di Draghi quando rivendica, fiero, l’indipendenza dell’immensa potestà di imperio del suo inattingibile, e quasi mistico, board. Ridateci una Banca Centrale Nazionale Dipendente dal Governo del Paese. Accettiamo di buon grado di tornare a quegli anni (di terribile inflazione!) in cui eravamo i più prosperi del mondo, con un debito inferiore al 60 per cento sul PIL,  e i padri di famiglia ne avevano in avanzo da creare risparmio per quattro generazioni a venire. Compresa la nostra. La nuova Bastiglia si chiama Euro Tower e si trova a Francoforte. E il 2019 è il duecentotrentesimo anniversario del 1789.

Francesco Carraro

www.francescocarraro.com

 

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1 Commento

  • Rispondi
    Oscar
    8 Novembre 2018 a 00:59

    Leggi “delicate” o complicate che potrebbero essere demandate ad un’autorità indipendente già ce ne sono. Prendiamo il piano di prevenzione vaccinale. Alcuni signori scrivono che è meglio rendere coercizioni vaccinali con i rinnovi per le patenti e sarebbe opportuno che le prossime leggi recepiscano tali “suggerimenti scientifici”.
    Lo Sesso dicasi per la scuola, con le commissioni ministeriali esterne (Salesiani e LLL) che “danno consigli” su come dovrà essere la scuola del futuro, con consigli d’istituto solo consultivi e con gli imprenditori dentro che “decidono” cos’è istruzione e cosa formazione. In pratica il tecnico “indipendente” davanti al legislatore.

    Il problema è che l’indipendenza non esiste ma la si usa come scudo spaziale. O lo si è di banche, big pharma o di altri interessi. Ma non bisogna dirlo, ancora peggio farlo sapere o farlo capire, se no ci scappa la democrazia.

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