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UN DUBBIO CHE MI ASSALE E MI SENTO COSI’ MALE

PADELLANon c’è dubbio che il Califfato sia espressione di una ideologia religiosa irrazionale e venefica, non c’è dubbio che l’Islam abbia un problema enorme e che della sua foto di famiglia facciano parte i fanatici bombaroli che imperversano nelle capitali europee, non c’è dubbio che il mondo islamico cosiddetto moderato faccia poco o niente per distinguersi e distanziarsi da coloro che massacrano poveri innocenti in nome del medesimo dio, non c’è dubbio che il Corano non sia quel libro di peace and love che taluni stralunati cantori dell’islamicamente ortodosso vorrebbero venderci al mercato delle idee corrotte e corruttrici. Non c’è dubbio che dobbiamo deciderci ad esigere il rispetto e la tolleranza delle abitudini, religioni, idee altrui da coloro che non vogliono concedere una parità di trattamento ai fedeli di divinità incompatibili col credo maomettano. Tutto giusto. Però, un dubbio, almeno, consentitecelo. Siamo proprio sicuri che, tracciato l’identikit perfetto dell’Arcinemico del terzo millennio, possiamo avere la coscienza a posto? Diciamola meglio. Siamo sicuri che, perimetrato il confine dell’asse del male col turbante e la kefiah e le barbe maschiliste e medievali, al di qua di quel confine regnino davvero la libertà e la democrazia? Perché di questo si tratta. Siamo davvero una società aperta di liberi e forti, del pluralismo e della movida del pensiero, della circolazione dei cervelli e delle persone oltre che delle merci e dei denari? O siamo piuttosto (e restiamo all’Europa per carità di patria) una oligarchia sotto mentite spoglie, e una dittatura in fieri, non ancora ben assestata sui propri cardini, ma avviata in senso pieno a diventarlo? Che ne è rimasto della sovranità intangibile delle singole nazioni europee? Che ne è rimasto dei concetti di separazione dei poteri e di rappresentanza parlamentare in un Sistema dove l’unico organo uscito dal vaglio di un’urna (il Parlamento) non fa le leggi? Lo stesso Sistema in cui la cupola dotata degli stra-poteri (tra cui quello esclusivo di iniziativa normativa) è composta da ventotto comparse non elette sorrette da un termitaio sottostante di burocrati zelanti e operosi al soldo di poteri oscuri e discreti, dietro le quinte? Se vincesse il Califfato avremmo i barbari dentro le nostre porte, una teocrazia, la shariia, il ritorno ai secoli bui. Ma, se non vincesse il califfato, quale sarebbe l’alternativa? C’è un dubbio che mi assale e mi sento così male. Per intanto, i megafoni dell’europeamente corretto insistono a invocare più coordinamento e meno sovranità popolare. La chiamano rinuncia agli egoismi nazionali. Una volta, quando c’era meno dimestichezza con l’uso distorsivo del linguaggio, l’avremmo definita deriva totalitaria. Insomma, posto che, stando alle gazzette, siamo in guerra, prima di metterci divisa ed elmetto merita chiedersi se siamo davvero dalla parte giusta, tra le tante, della storia o se siamo finiti in un vicolo cieco dove le parti della storia sono solo due. Entrambe sbagliate.

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