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L’ANNUNCIAZIONE

ANNUNCIAZIONEAnnunciazione di Maria Elena Boschi a margine di un tour in Sicilia per sostenere comitati per il sì alla riforma costituzionale. Nell’ordine di logica decrescente, partendo dal livello più basso della catena intellettuale: primo, spero che gli italiani vadano molto, molto numerosi a votare al referendum perché ci vuole una grande partecipazione popolare sulle questioni delle riforme basilari di uno stato; secondo: non votino gli italiani in base alla simpatia o all’antipatia per il governo, ci sono apposta le elezioni del duemilaediciotto per quello scopo. Fantastico, da restare abbacinati. Partiamo dalla perla numero uno. Un ministro della repubblica italiana facente parte di un governo mai legittimato dal voto popolare e autore di una riforma stravolgente la legge fondamentale dello stato, dice agli italiani che, a frittata fatta, passino pure all’assaggio, ma vedano di non rompere le uova. Cioè, il parlamento licenzia una riforma epocale con un vero e proprio scippo di prerogative sovrane e poi invita il popolo a partecipare in massa al rito celebrativo destinato a suggellare il papocchio. Com’è del tutto evidente, non si tratta nemmeno di un affronto alla maggioranza del paese, ma di un autentico insulto alla sua intelligenza. Ma il peggio viene dopo. Con la perla numero due, la stessa ministra suggerisce agli italiani di non farne una questione personale, di odio o amore per il Governo, dopo che il suo leader maximo ha annunciato ai quattro venti il proprio ritiro a vita privata in caso di sconfitta al referendum. Della serie, mettetevi d’accordo con voi stessi, ma non è ancora finita. C’è anche, in coda, la paternale. Se volete pronunciarvi su questo governo vedete di non spaccare i cosiddetti e usate il duemilaediciotto. Reverendissima Madre della Nuova Repubblica, anno per anno, noi avremmo molto più volentieri utilizzato il duemilaetredici rispetto al duemilaediciotto per spedirvi a fare un lavoro meno dannoso di quello che vi è riuscito di realizzare senza averne mai avuto da noi né autorizzazione né nulla osta. Ad ogni buon conto, se non le dispiace, e sempre anno per anno, e confidenza per confidenza, ci sfrucuglia assai la voglia di utilizzare il duemilaesedici per farvi realizzare l’impegno solenne del vostro capo carismatico. Se perderà il referendum, lui si ritirerà per sempre dalla vita politica. Ecco, ci permetta una dritta sommessa e impudente. Nel caso si realizzasse il sogno che coviamo nel petto, nel caso il no vinca, veda di imitare il capataz, parta per un viaggio. E anche in fretta. Il biglietto lo paghiamo noi.

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