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EUROPA SCIMUNITA

SCIMUNITIUn ex dipendente di Banca Etruria ha rilasciato un’intervista a Repubblica in cui ha ammesso che l’istituto di credito ha sostanzialmente gabbato i piccoli, malcapitati risparmiatori con la più classica delle frodi ‘legali’, la medesima utilizzata da molti big players del mondo bancario e assicurativo, riassumibile in quattro parole: non leggere e firma. La Banca faceva sottoscrivere al potenziale cliente un papello dI decine e deciNe di pagine redatte in un burocratese fitto e incomprensibile in cui si capiva ‘basso rischio’ nel primo foglio (l’unico traducibile) e ‘alto rischio’ in tutti gli altri (quelli redatti per non essere compresi). Il funzionario ha dichiarato: “avevamo l’ordine di convincere quanti più clienti possibili” e, ancora: “ogni settimana dovevamo presentare i report per vedere se raggiungevamo gli obiettivi fissati”. Il pover’uomo agiva così perché aveva uno stipendio e, probabilmente, una famiglia da mantenere. Ma i suoi capi perché lo facevano? E i capi dei capi? Per un’analoga ragione amplificata a dismisura: la grana. La EBA (Euopean Banking Authority) ha fornito i dati relativi ai banchieri plurimilionari in Europa. A conferma del monito bucolico per cui se il concime è buono, i fiori crescono, ecco le performances dell’Eden del liberalismo mondiale detto Europa Unita, con specifico riferimento a quella Terra Promessa chiamata Italia: dal 2012 al 2013 i banchieri ricchi sono cresciuti di ventinove unità, passando da 109 a 138. Laddove per ricchi si intende paperoni con stipendi prossimi ai due milioni di euro cadauno, per la gran parte alimentati da una porzione ‘variabile’ funzionale ai risultati. Tradotto al volgo: più porcherie spacci ai clienti più ti remuneriamo. Marco Cobianchi, della rivista Panorama, autore di un reportage sul tema, ha affermato: “Queste remunerazioni non sono giustificabili in un momento in cui l’economia arranca. Le buonuscite dei banchieri sono molto più indegne degli stipendi”. Dunque, il cliente è una vittima perché ha creduto alle balle della sua banchetta, il povero funzionario è una vittima perché dice le bugie ‘tenendo famiglia’, gli altri sono colpevoli perché spacciano bubbole per avidità di denaro. Messa così, semplifica troppo e non dice abbastanza. La verità è che la crisi bancaria cui stiamo assistendo è una meravigliosa allegoria del processo di unificazione europea. I cittadini hanno colpevolmente trascurato di occuparsene bevendo le fandonie di regime, i media hanno spacciato il prodotto tossico della reunion continentale perché ‘tenevano famiglia’ e così imponeva la linea editoriale, i politici ci hanno messo la firma spinti a chiudere un occhio in nome delle laute prebende. Tutti gli attori avevano una buona ragione per fingere che l’Europa fosse un mito degno di essere coltivato, una speranza leggendaria, il Santo Graal oggetto dei nostri desideri più nascosti. E tutti (ciascuno in ragione delle proprie singole responsabilità) sono stati, proporzionalmente e giustamente, remunerati: i cittadini perdendo la loro libertà, alla pari dell’allocco scippato dei suoi spiccioli alle tre carte; i media lucrando, come il ‘palo’ di una rapina, sulla fetta di torta del furto; i politici di grido ottenendo i dividendi di fama, prestigio e baiocchi di chi ha la faccia da culo bastevole a mentire con garanzia di impunità. Il tutto per salvaguardare i progetti del Padrino, in cima alla piramide. Avvertenze e modalità d’uso: se non vi trovate ai vertici della piramide, ma alla base, sentirsi scimuniti è normale.

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