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SUA VANITA’

PAPADunque, ha fatto scalpore il papa casalingo a caccia di scarpe nuove nel negozio sotto chiesa. Paginata sul Corriere della Sera con tanto di richiamo in prima e titolo ad effetto del tipo ‘Francesco continua a stupire’. Embe’, direte, che c’è di strano?: ormai è risaputo, c’abbiamo un papa pop, talare e tiara rasoterra, a dispensare dolcetti e bon bon per le strade del mondo. Vero, però il papa pop continua a mietere titoli di scatola sui grandi quotidiani, copertine patinate sui rotocalchi, prime serate a pioggia sulle tv nazionali proprio per questa sua attitudine a infrangere i protocolli più che non per la portata del suo magistero e per la forza con cui propugna nel mondo la dottrina della Santa Chiesa Cattolica Romana. Ci ricorda molto la principessa Sissi e poco i pontefici di una volta, in effetti. Ma torniamo a bomba che forse ci riesce meglio di esprimere il concetto. Perché il Bergoglio acquirente di scarpe in un esercizio di vendita al dettaglio stride come un’unghia sulla lavagna? Perché l’episodio è esemplare di chi è veramente Bergoglio e ci restituisce, a tutto tondo, la sua personalità più di mille interviste allo Scalfari di turno. Egli non è andato al mercatino a comprarsi le peppe nuove pagando di tasca sua perché è un cristiano all’antica, un dolce Remì dello spirito sotto la volta del cupolone. Tutto il contrario: il nostro ha solo approntato, da par suo, l’ennesimo show a favore di camera. Che spettacolo! Il Supremo Vicario di Cristo a spasso come un povero cristo ai saldi di fine stagione. Dicono che il rivenditore fosse stato previamente avvertito dell’imminente shopping pontificio. E Jorge Mario sapeva – va da sé – che l’intemerata sarebbe stata ripresa dagli occasionali clienti e dal negoziante nonché spifferata ai quattro venti per poi diffondersi come un incendio nella savana del web. Ma – intendiamoci – a inficiare alla radice il gesto di Francesco è proprio l’intenzionalità maliziosa del suo agire. In altri termini, non gli interessava tanto essere modesto quanto apparire tale, non già ridimensionare il proprio ruolo quanto esaltare la propria persona. Ogni sua mossa, fateci caso, è frutto di un calcolo mediatico finalizzato a consolidarne un’immagine. Siamo agli antipodi del motto evangelico ‘non sappia la tua destra ciò che fa la tua sinistra’. Il vescovo di Roma non voleva risuolar le pantofole in bottega, ma farlo sapere in giro onde ritoccare il narcisissimo abito di scena cucitosi addosso fin dal giorno della sua investitura. Il medesimo che i media mondiali e le celebrities del jet set e le centrali del pensiero anti-cristiano adorano e vezzeggiano da matti. Insomma, in quella notizia e in quelle scarpe c’è una goccia di innocenza in un mare di vanagloria. Difficile non pensare al diabolico Al Pacino e alla sua memorabile battuta conclusiva nel film L’Avvocato del diavolo: ‘Vanità, decisamente il mio peccato preferito’.

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